Teatro

Rapporti di sangue tra De Filippo e Sarah Kane

Rapporti di sangue tra De Filippo e Sarah Kane

Secondo appuntamento della rassegna “INPALCO TOUR”, dedicata alla nuova drammaturgia e curata dall’Associazione Interno 5 presso il nuovo spazio teatrale “START”, sito in via San Biagio dei Librai, nel cuore del centro storico napoletano. A d andare in scena dallo scorso 8 gennaio, fino a domenica 10, è stata la Mise en Espace del dramma del giovane Benedetto Sicca “FRATEME”, a cura dello stesso autore. L’ abbondante copione si presenta come un frullato di generi e testi: vi convergono, infatti, le ancestrali opere dei tragici greci, il dramma casalingo un po’ bozzettistico di Eduardo (“Natale in casa Cupiello”, “Sabato, Domenica e Lunedì”), i morbosi rapporti familiari di Ruccello, la tragedia esistenziale di Pasolini ("Calderon") e Sarah Kane ("Phedra's Love"), e, perché no, un po’ di fiction televisiva. In due ore circa di dramma accade tutto quanto possa accadere di tragico: morti accidentali, morti naturali, incesti, omicidi, e disagio mentale da trauma, ma anche risvolti favolisticamente positivi, quale l’improvviso arricchimento di uno dei personaggi grazie alla cospicua (?) eredità ricevuta alla morte di una anziana signora che sbarcava il lunario impartendo lezioni d’inglese a 15 euro l’ora (!). Insomma la promettente scrittura di Sicca si infrange contro un eccesso di accadimenti che sarebbero stati ottimi argomenti per almeno quattro drammi diversi, oltre ad essere trattati con uno stile ed un linguaggio così retoricamente carichi da apparire obsoleti, soprattutto se si considera la giovane età dell’autore. Tra gli interpreti si segnalano le buone prove di Silvio Laviano e soprattutto di Francesco Vitiello, il tutto in un esagerato verismo espressivo, fatto di urla e lacrime, poco affine alla forma teatrale del reading, mutuata dallo stile del regista Latella, a cui non manca un omaggio un po’ forzato da parte dell’autore. Buona, infine, l’intuizione registica dello stesso Sicca di utilizzare i tavoli atti alla lettura come scenografia mobile, che unendosi e dividendosi, formano dei veri e propri ambienti per le immaginarie azioni sceniche.